Chi è lo psicologo e cosa fa? Attraverso le parole della Dr.ssa Claudia Corbelli rispondiamo a questi e ad altri interrogativi. Parleremo di chi è lo psicologo nell’immaginario collettivo, di cosa non è e di come lavora realmente.

Quando dunque è opportuno rivolgersi ad uno psicologo? E perché chiedere una consulenza allo psicologo? Vediamolo assieme e cerchiamo una risposta a queste domande con l’aiuto della Dr.ssa Corbelli.

Chi è lo psicologo?

Iniziamo a fare un po’ di chiarezza sulla figura professionale dello psicologo. Per Essere psicologo occorre innanzitutto avere studiato per 5 anni, essere laureato in psicologia ed aver svolto un periodo di tirocinio presso strutture pubbliche o private.

Ma non finisce qui: dopo la laurea lo psicologo deve affrontare un esame di stato che gli permette di venire iscritto all’albo dell’ordine degli psicologi della propria regione. Uno psicologo deve è sempre essere iscritto ad un ordine di appartenenza. Diffida da coloro che si propongono come psicologi ma che in realtà non lo sono.

Ed è solo con un’ulteriore specializzazione di 4 anni che lo psicologo può diventare psicoterapeuta.

Gli orientamenti su cui il professionista clinico fonda il proprio intervento sono diversi: ad esempio psicanalisi, psicoterapia psicodinamica, gestalt, psicoterapia cognitivo comportamentale, sistemico relazionale, ecc..

Questo è lo psicologo dal punto di vista accademico.

Chi è lo psicologo per l’immaginario collettivo?

Lo psicologo in passato veniva definito il medico dei matti. Questa etichetta è durata per parecchio tempo. Fortunatamente oggi è un po’ diversa la situazione. In realtà adesso si può dire che le cose sono cambiate e questo stereotipo si sta finalmente scardinando.

Gli psicologi oggi cominciano ad essere considerati più giustamente specialisti della mentepromotori del benessere. Lo psicologo e lo psicoterapeuta è oggi una figura professionale che aiuta e sostiene le persone, non solo in momenti di grave difficoltà, ma anche nella gestione di situazioni quotidiane.

Viviamo sempre più in un’epoca di continue trasformazioni e mutazioni a livello lavorativo, economico e sociale. Questo naturalmente provoca stravolgimenti anche a livello di identità. Ci chiediamo: ‘Chi sono?’‘Cosa so fare?’‘Non sono nessuno se non raggiungo quel ruolo’‘Sono in difficoltà se non ho quel riscontro economico’.

Anche a livello relazionale oggi le persone sono un po’ più in difficoltà. Lo psicologo aiuta anche in questi casi. La nostra società tende a far sì che le persone siano sempre più sole ed individuali nel modo di rapportarsi. Quindi naturalmente si fa più fatica ad interagire con gli altri, si è più soli fondamentalmente.

Chi va dallo psicologo?

La risposta è tutti. Nessuno è per definizione esente, nel senso che non c’è una fascia di età che non possa fare riferimento a questa figura. Bambini, adolescenti, adulti, famiglie o anziani, quindi anche coloro che fanno parte della terza età possono andare dallo psicologo per svariati motivi.

Ci sono persone che individualmente chiedono l’aiuto della nostra figura, poi ci sono le coppie, ci sono le famiglie, le famiglie allargate, le famiglie separate. Ognuno fa riferimento allo psicologo per essere aiutato da diversissimi punti di vista.

Quali sono i motivi che possono spingere le persone a chiedere una consulenza?

 Per affrontare una situazione di disagio o di difficoltà che si ripete da tempo e che non si risolve nonostante i vari tentativi.

Molte persone, nonostante abbiano parlato con gli amici, con i parenti, il medico di base, o il prete, alla fine si rendono conto che probabilmente è il caso di chiedere aiuto ad una persona competente. Un conto è fare due chiacchiere con un amico, e un conto è invece essere sostenuti attraverso un percorso di terapia. È oggettivamente tutta un’altra cosa.

 Per affrontare un momento specifico, una fase evolutiva legata al ciclo di vita.

Ad esempio quando una donna vive una gravidanza, che può essere un momento molto delicato, la nascita dei figli, la convivenza, una situazione di malattia cronica. Sono degli aspetti che portano le persone a trovarsi in una situazione diversa rispetto alla norma. Questo mette le persone in una situazione in cui si devono ristrutturare alcuni schemi o abitudini.

• A scopo di prevenzione. Non dobbiamo trovarci necessariamente in una situazione al limite per chiedere un aiuto. Una consulenza psicologica serve anche per capire meglio alcuni aspetti di noi, elaborarli e conoscerci un po’ meglio.

Quando chiedere una consulenza?

I motivi possono essere tanti, ne citiamo solo alcuni:

• Quando le relazioni che viviamo non ci soddisfano
• Quando ci sentiamo bloccati
• Quando attraversiamo un momento delicato della nostra esistenza e ci accorgiamo che non riusciamo a godercelo o a viverlo serenamente
• Quando il disagio che proviamo è talmente grande da incidere negativamente sulla qualità della nostra vita e conseguentemente sulle persone che ruotano attorno a noi
• Quando stiamo talmente male con noi stessi che facciamo star male le persone care attorno a noi
• Quando fatichiamo a svolgere mansioni o attività che in passato gestivamo agevolmente
• Quando i farmaci non riescono a risolvere i nostri disagi.  Il farmaco può aiutare in alcune determinate situazioni, ma se togliendo il farmaco vedi che continui a stai male, vuol dire che sotto c’è qualcosa che non va, che va rivisto e va seguito. Significa che c’è qualche cosa a cui bisogna dare voce piuttosto che silenziare
• Quando notiamo che in alcune situazioni o in relazione ad alcune persone si attivano delle dinamiche ripetitive che ci rimandano insoddisfazione
• Quando sentiamo che ci stiamo chiudendo nei confronti degli altri e del mondo
• Quando ci sentiamo particolarmente abbattuti, demotivati o rispondiamo a delle situazioni con modalità che non ci appartengono
• Quando le emozioni ci sovrastano, ci pervadono e ci limitano
• Quando sentiamo il desiderio di lavorare su alcuni aspetti di noi stessi

Giustificazioni per non andare dallo psicologo e Pregiudizi da sfatare

Le giustificazioni che le persone si danno per non andare dallo psicologo sono diverse. Ad esempio:

• ‘Ci vuole solo tempo poi questa cosa passerà da sola’
• ‘Non sono matto’
• ‘Se la gente sapesse che vado dallo psicologo penserebbe male di me’
• ‘Non voglio restare anni in terapia’
• ‘Ce la faccio da solo’

Inoltre ci sono numerosi pregiudizi da sfatare sulla figura dello psicologo e sul benessere mentale in genere.

Il concetto più dannoso per il nostro benessere personale è: “Io sono fatto così, chi mi vuole bene mi prende come sono. Quindi se ti va bene così, lo accetti, altrimenti…”

È una di quelle frasi che ha delle conseguenze poco simpatiche, perché chi la pronuncia si sente in qualche modo giustificato a comportarsi un po’ come gli pare. Questo presuppone il fatto che fondamentalmente, oltre che di sé stesso, non si prende molto cura delle persone che gli stanno accanto. Ma non è così che si gestiscono le relazioni, men che meno quelle importanti.

Cosa non è lo psicologo?

Lo psicologo dunque NON è questo:

• Non è un manipolatore della mente
• Non fa quattro chiacchiere
• Non ha la bacchetta magica – A volte è questa la richiesta delle persone “ io vengo, faccio fare a te, demando tutto a te e mi risistemi nel giro di poco tempo.” Non funziona così.
• Non obbliga a nessuno a fare nulla – Sei sempre e comunque libero di interrompere il percorso e andartene.

Come lavora lo psicologo?

Il paziente e il terapeuta devono lavorare assolutamente insieme, ma è il paziente che definisce principalmente l’obiettivo, non lo psicologo.

Lo psicologo informa il paziente attraverso la psico-educazione, gli dà quindi delle informazioni rispetto alla sua formazione e su cosa andranno a lavorare. In questo modo il paziente diventa consapevole e responsabile, requisiti essenziali per poter raggiungere gli obiettivi. Lo psicologo cerca quindi di rendere il paziente consapevole e responsabile del punto in cui si trova e dei passi necessari per poter arrivare al punto prefissato.

Lo psicologo quindi interviene attivando le risorse delle persone e mettendo in campo le strategie giuste per raggiungere quel cambiamento che è possibile raggiungere.

Il cambiamento è qualcosa che fa molta paura, può essere qualche cosa che ci può far sentire anche stanchi a volte, fisicamente e psicologicamente: però è necessario. Anche la fatica fa parte del percorso!


Questo articolo è tratto dall’intervento della Dr.ssa Claudia Corbelli all’evento Psiché? del 7 Aprile 2019.

La Dr.ssa Corbelli è psicologa psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale. Usa la terapia E.M.D.R. per affrontare i problemi legati a ricordi o eventi traumatici non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni.

P.S. La Dr.ssa Claudia Corbelli aderisce all’iniziativa sociale #iovadodallopsicologo.